Storia e tradizione gastronomica a Palermo.

Monumenti, chiese e palazzi raccontano, per immagini, la storia della città, ma per comprenderne lo spirito più profondo non bastano.

Una capitale come Palermo sa esprimersi anche attraverso altri scenari che la rendono unica e che quindi non si possono tralasciare.

Famosi sono ad esempio i suoi mercati tradizionali all’aperto: la Vucciria, Ballarò, il mercato del Capo dove le merci -la carne, il pesce la frutta e la verdura soprattutto- formano, sotto gli ombrelloni, tavolozze coloratissime, per non dire del modo fantasioso con cui viene richiamata l’attenzione degli avventori. Attraverso il nostro bike tour è possibile visitare questi splendidi posti…pedalando!

palermo in bici

Sulla cucina e sulla pasticceria palermitana non è necessario attardarsi, tanta è la varietà e tale la qualità che sarebbe difficile, in poco spazio, essere esaurienti.

In questo campo, piuttosto, una parola in più vogliamo spenderla per ciò che riteniamo una realtà di assoluta rilevanza: il cibo di strada.

Nella top ten delle città nelle quali si trova il miglior cibo di strada stilata dalla celebre rivista Forbes, Palermo è al quinto posto nel mondo e al primo in Europa per la ricchezza e varietà di proposte gastronomiche frutto di una tradizione millenaria che unisce arabi, ebrei, spagnoli, normanni e tanti altri popoli che hanno toccato le sponde di Sicilia.

sapori siciliani

Proprio in quest’ottica, l’Amministrazione di Palermo ha avviato le procedure per il riconoscimento del marchio Panormvs street food per l’utilizzazione della marchiatura STG (Specialità tradizionale garantita). Questo percorso di valorizzazione e tutela del cibo di strada culminerà con il Panormvs street food Festival che si svolgerà in un fine settimana di quest’anno nel quartiere della Loggia.

Si tratta di una cucina che nasce ‘povera’, oltre che per il consumo veloce, dato che si fonda soprattutto sulla invenzione di piatti a base di ortaggi, legumi, interiora di animali e scarti di macellazione.

I luoghi in cui si può consumare sono le ‘friggitorie’ o, più facilmente, gli innumerevoli ambulanti che posizionano dappertutto le loro ‘lape’ e i loro carrettini.

Il solo elenco delle principali specialità fa venire l’acquolina in bocca: arancine, sfincione (focaccia con ripieno di cipolle, acciughe, pomodoro, olive nere, pezzetti di caciocavallo e origano), musso-fruntali-masciddaru e carcagnola (scarti della testa e delle zampe del vitello bolliti), quarume (interiora di vitello bollite), polpo bollito, stigghiole (spiedini di interiora di maiale o agnello intrecciate con cipolla), pani ca meusa (milza fritta [schietta] e ricotta [maritata]), pane e panelle (frittelle di farina di ceci), crocchè/cazzilli (crocchette di patate), quaglie (melanzane fritte), cicireddu (polpette fritte di pesce minuto), ortaggi e verdure in pastella, rascatura (residui di panelle e crocchè raschiati, mischiati e fritti), frittole (avanzi di cartilagini animali fritti nello strutto).

Anche nel campo dei musei, oltre a tradizionale Museo archeologico e Galleria regionale di Palazzo Abatellis -dove è ospitata l’impareggiabile Annunziata di Antonello-, due sono le indicazioni che rendono unica Palermo: il Museo etnografico siciliano Pitrè, ospitato in locali attigui all’esotica Palazzina cinese, un viaggio negli usi e nei costumi del popolo siciliano attraverso gli oggetti della vita quotidiana e il Museo internazionale delle marionette, che espone più di 3000 esemplari provenienti da tutto il mondo.

In questo campo specifico, non si può tralasciare una visita alla sede dell’Associazione Figli d’arte Cuticchio, in via Bara all’Olivella, che tramanda e rinnova la grande tradizione dell’Opera dei pupi siciliani.

Chi volesse invece accostarsi alla religiosità dei palermitani, non può fare a meno di salire al Monte Pellegrino, che chiude a nord il golfo di Palermo, per visitare il santuario di s. Rosalia, la patrona della città, costruito attorno alla grotta in cui la santa si era ritirata per una vita di preghiera e penitenza.

Nei giorni caldi della buona stagione, al ritorno da questa escursione, si va a fare il bagno nelle luminosa spiaggia di Mondello, la spiaggia palermitana per eccellenza.

Restando in tema di mare, gli appassionati soprattutto di sport subacquei, non possono perdersi di passare almeno una giornata all’isola di Ustica, dal 1986 la prima area marina protetta d’Italia.

 

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