Le riserve naturali
Per chi invece predilige il turismo naturalistico, una tappa d’obbligo è costituita dalla Riserva naturale integrale di Macalube, a 15 chilometri da Agrigento in direzione di Aragona. Gestita da Legambiente, essa racchiude il raro e suggestivo fenomeno dei vulcanelli che eruttano fango e argilla e che, per le sue particolarità geologiche e climatiche, offre spettacoli inconsueti e del tutto peculiari anche per quanto riguarda la flora e la fauna.
Ritornando verso la costa, tra Siculiana Marina ed Eraclea Minoa, alla foce del torrente Salso, si può passare un’intera giornata all’interno della Riserva Naturale Orientata di ‘Torre Salsa’, gestita dal WWF, aggirandosi tra falesie costiere rilucenti di cristalli di gesso che si alternano a splendide dune e a spiagge solitarie
Altra perla naturalistica, riscoperta dal FAI, è Il giardino della Kolymbetra (termine greco che indica un tipo di piscina utilizzata in età romana per giochi acquatici), situato in una piccola valle nel cuore della Valle dei Templi. Oltre a contenere interessanti reperti archeologici, costituisce una specie di catalogo della vegetazione mediterranea, contenendo zone di agrumeto, mandorleto e oliveto, assieme alle piante tipiche della macchia mediterranea e a rilevanti esempi di vegetazione ripariale e rupestre.
Il è un bacino artificiale della Sicilia. A cavallo del territorio dei comuni di Sambuca di Sicilia, Santa Margherita di Belice e Sciacca, si trova il bacino artificiale del lago Arancio, in passato utilizzato per attività nautiche sportive e dal 2000 assegnato in gestione alla LIPU, che ne ha fatto una interessante oasi naturalistica. All’interno di uno dei boschi che lo contornano è presenta un’area attrezzata.
Il folklore.
Non c’è paese della provincia che non sia capace di offrire una festa patronale con caratteristiche specifiche.
Solo a titolo di esempio citiamo la manifestazione degli Archi di Pasqua S. Biagio Platani, dove le due confraternite del paese si sfidano a costruire sul corso principale, usando solo materiali naturali come le canne, il salice, l’asparago, l’alloro, il rosmarino, i cereali, i datteri, e il pane, i più begli archi trionfali ad imitazione di una chiesa virtuale, sotto le cui volte avverrà, la domenica di Pasqua, l’incontro tra Gesù risorto e la Madonna.
Adesso è anche possibile visitare Il Museo degli Archi di Pasqua, che conserva i pezzi più significativi delle passate edizioni e mette a disposizione una sala laboratorio per mostrare il processo con cui vengono elaborati.
Ma in questo campo, naturalmente, non si può tacere la famosa Sagra del mandorlo in fiore,
una rassegna internazionale di gruppi folkloristici che si tiene all’inizio del mese di febbraio ed è giunta ormai alla settantesima edizione.
Ma in un territorio in cui le attività economiche ruotano ancora attorno all’agricoltura non può mancare l’interesse per l’etnoantropologia.
I piccoli ma ben curati musei di Agrigento, Montallegro e Casteltermini documentano con i loro materiali la vita quotidiana, le attività agricole, della pastorizia e dell’artigianato che hanno segnato la vita delle popolazioni locali fino a pochi decenni addietro.
Un luogo atipico ma carico di suggestioni è il museo all’aperto, il Castello incantato, che sorge a Sciacca ai piedi del monte San Calogero: in un giardino pieno di mandorli e ulivi Filippo Bentivenga, uno scultore naif, scolpì centinaia di teste che raccontano gli avvenimenti e i drammi della sua vita.