L’arte e la cultura della Sicilia occidentale, ad Agrigento, ecco dei percorsi e delle esperienze assolutamente da provare.
Siamo giunti alla conclusione del nostro primo excursus culturale su Agrigento dopo questo e questo ed anche questo post ecco qualche altra chicca del nostro territorio.
Il percorso delle eccellenze in agricoltura
La provincia di Agrigento risulta spesso fra gli ultimi posti nelle classifiche sulle condizioni economiche del paese, eppure, all’interno di un quadro ancora economico ancora dominato da un’agricoltura tradizionale, emergono qua e là, interessanti esperimenti di rinnovamento che vale la pena andare a conoscere da vicino.
C’è voluta l’intuizione di grandi case vinicole del nord per scoprire una realtà che era sotto il naso di tutti: il territorio e il clima siciliani, sommati a moderne tecniche di vinificazione e a opportune strategie di marketing costituiscono le componenti fondamentali per la (ri)scoperta di una vocazione vinicola che sta mietendo successi nei mercati di tutto il mondo.
In pochi anni il Nero d’Avola, il principe dei rossi siciliani, è diventato una star internazionale, trascinando alla popolarità tutti gli altri vitigni autoctoni. Catarratto, Insolia, Grillo, Caricante, Grecanico, Nerello cappuccio, dalle cui uve prima si ricavava vino solo per uso familiare o, al massimo, per irrobustire vini più nobili ma più fragili, sono denominazioni che ormai si sono affermate fra i competenti.
Per di più si è scoperto che anche vitigni alloctoni come Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Chardonnay trovano ottima accoglienza nei terreni siciliani, per cui sono ormai numerose le aziende vinicole, solo in provincia di Agrigento se ne contano una quarantina fra le principali, che immettono sul mercato vini di alta qualità prodotti in purezza di vitigno o frutto di matrimoni sempre più riusciti.
Sempre in questo stesso settore spicca, con centro a Canicattì, ha avuto grande sviluppo la coltivazione di uva da tavola, nelle varietà Italia, bianca con il riconoscimento IGP, e Red Globe, rossa.
Cambiando settore, ci spostiamo verso Bivona per andare ad assaggiare, verso la fine dell’estate, la dolce e profumata pesca bianca di Bivona, anch’essa IGP, a mentre scendendo verso la costa, a Ribera e nei paesi circostanti troviamo la fiorente coltivazione delle bionde arance Navel, che sono addirittura assorte al rango della DOP.
E siccome l’appetito viene mangiando, sempre da Ribera proviene una particolare varietà di fragoline che sono riconosciute fra le più pregiate.
Per finire vogliamo segnalare una realtà relativamente nuovo che ha preso piede nei territori che risalgono la valle del Platani, la coltivazione del pistacchio, un frutto secco ormai insostituibile in cucina, sia nel dolce che nel salato.
Se a tutto ciò si aggiunge che molte aziende agricole hanno ormai scoperto anche la valenza turistica delle loro attività, c’è solo l’imbarazzo della scelta per trovare agriturismi e fattorie didattiche che integrano fruttuosamente con le attività legate all’ospitalità il tradizionale lavoro agricolo.
Percorso di archeologia industriale.
Alla fine dell’Ottocento, alcuni paesi dell’entroterra -Aragona, Racalmuto, Favara, Campobello di Licata- sono stati interessati allo sviluppo delle miniere di zolfo che trovavano nei porti di Licata e di Porto Empedocle dei naturali punti di sbocco.
La maggior parte dei siti minerari è in stato di abbandono. Per qualcuno di essi si sta tentando una riconversione in parco minerario per una fruizione turistico-museale e scientifica. In questo senso il tentativo più avanzato è quello in atto della miniera-museo di Cozzo Disi, in territorio di Casteltermini, il cui sotterraneo è ben conservato sino all’ottavo livello, cioè per circa duecentotrenta metri di profondità, ma, quando si risolverà il problema del pompaggio delle acque, si potrà scendere fino al dodicesimo livello.

Agrigento percorsi – Miniera di Zolfo
Lo stesso discorso vale per la miniera Ciavalotta, in territorio di Favara, dove, altre alle gallerie, sono ancora conservati gli apparecchi archeologico-industriali utilizzati dai minatori.
Un ultimo sito interessante, ma più difficilmente visitabile, è quello della zolfara Taccia-Caci, in territorio di Aragona, che fece la fortuna, ma causò anche il tracollo economico della famiglia di Luigi Pirandello. Non è difficile riconoscer in questi luoghi le ambientazioni di molte, indimenticabili pagine dello scrittore agrigentino.
Un’altra realtà mineraria del territorio riguarda l’estrazione del salgemma. Esistono attualmente due miniere ancora in attività, a Realmonte e a Racalmuto. Degna di una visita è soprattutto la prima perché al suo interno è stata ricavata una chiesa, denominata la “Cattedrale di Sale”, un grande ambiente dove anche l’altare, l’ambone, la cattedra vescovile e le acquasantiere sono stati ricavati da grossi blocchi di sale, mentre sulle pareti sono scolpiti dei bassorilievi sacri raffiguranti Santa Barbara, la Sacra Famiglia e Gesù Crocifisso.
Un’ultima tappa di questo percorso inconsueto percorso ci porta al Parco Ferroviario di Porto Empedocle

Agrigento percorsi – parco ferroviario Agrigento
dove la collezione di oggetti, strumenti e mezzi antichi, oltre ai plastici ferroviari, farà rivivere l’epopea delle ferrovie del secolo scorso. Da qualche anno è attivo anche un treno speciale, l’Akragas Express, riservato a studenti e turisti che, partendo da Agrigento, transita per la Valle dei Templi fino ad arrivare a Porto Empedocle.
Partiamo?