Itinerari di Sicilia: Agrigento ed i percorsi culturali

L’arte e la cultura della Sicilia occidentale, ad Agrigento, ecco dei percorsi e delle esperienze assolutamente da provare!

Percorso tra le eccellenze in agricoltura 

Per migliorare le condizioni economiche della provincia di Agrigento, è stata necessaria l’intuizione di grandi case vinicole del nord per scoprire una realtà che era sotto il naso di tutti: il territorio e il clima siciliani, sommati a moderne tecniche di vinificazione e a opportune strategie di marketing costituiscono le componenti fondamentali per la (ri)scoperta di una vocazione vinicola che sta avendo successi nei mercati di tutto il mondo.

In pochi anni il Nero d’Avola, il principe dei rossi siciliani, è diventato una star internazionale, trascinando alla popolarità tutti gli altri vitigni autoctoni ad esempio: Catarratto, Insolia, Grillo, Caricante, Grecanico, Nerello cappuccio, dalle cui uve prima si ricavava vino solo per uso familiare o, al massimo, per irrobustire vini più nobili ma più fragili.

Per di più si è scoperto che anche vitigni alloctoni come: Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Chardonnay trovano ottima accoglienza nei terreni siciliani, per cui sono ormai numerose le aziende vinicole, solo in provincia di Agrigento se ne contano una quarantina fra le principali.

Immagine di Sicilying

Cambiando settore, ci spostiamo verso Bivona per andare ad assaggiare, verso la fine dell’estate, la dolce e profumata pesca bianca di Bivona, anch’essa IGP, sempre da questa località proviene una particolare varietà di fragoline che sono riconosciute fra le più pregiate.

Scendendo verso la costa, a Ribera e nei paesi circostanti troviamo la fiorente coltivazione delle bionde arance Navel, che sono addirittura assorte al rango della DOP.

A tutto ciò si aggiunge che molte aziende agricole hanno ormai scoperto anche la valenza turistica delle loro attività, quindi c’è solo l’imbarazzo della scelta per trovare agriturismi e fattorie didattiche che integrano alle attività legate all’ospitalità il tradizionale lavoro agricolo.

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Percorso di archeologia industriale

Alla fine dell’Ottocento, alcuni paesi dell’entroterra: Aragona, Racalmuto, Favara, Campobello di Licata, sono stati interessati allo sviluppo delle miniere di zolfo che trovavano nei porti di Licata e di Porto Empedocle dei naturali punti di sbocco.

La maggior parte dei siti minerari è in stato di abbandono, solo per qualcuno di essi si sta tentando una riconversione in parco minerario per una fruizione turistico-museale e scientifica ad esempio per la miniera Ciavalotta, in territorio di Favara, dove, oltre alle gallerie, sono ancora conservati gli apparecchi archeologico-industriali utilizzati dai minatori.

Un altro sito interessante, ma più difficilmente visitabile, è quello della Zolfara Taccia-Caci, in territorio di Aragona, ma causò anche il tracollo economico della famiglia di Luigi Pirandello. Non è difficile riconoscere in questi luoghi le ambientazioni delle indimenticabili pagine dello scrittore agrigentino.

Un’altra realtà mineraria del territorio riguarda l’estrazione del salgemma. Esistono attualmente due miniere ancora in attività, a Realmonte e a Racalmuto. Degna di una visita è soprattutto la prima perché al suo interno è stata ricavata una chiesa, denominata la “Cattedrale di Sale, un grande ambiente dove anche l’altare, l’ambone, la cattedra vescovile e le acquasantiere sono stati ricavati da grossi blocchi di sale, mentre sulle pareti sono scolpiti dei bassorilievi sacri raffiguranti Santa Barbara, la Sacra Famiglia e Gesù Crocifisso.

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