Itinerari di Sicilia: cosa fare ad Agrigento

Le acque

Agrigento è una provincia che si affaccia per un lungo tratto sul Canale di Sicilia, non mancano quindi le spiagge sia di roccia che di sabbia su cui è possibile stendersi al sole o tuffarsi in acque trasparenti.

Solo per fare qualche nome: la sabbia di Eraclea Minoa racchiusa da una pineta; Porto Palo di Menfi, più volte premiata dalla bandiera blu; San Leone, la spiaggia preferita dagli agrigentini; Mollarella e Castello Falconara, in territorio di Licata, con spiagge sabbiose. 

Due luoghi meritano però una particolare menzione.  

La cosiddetta Scala dei Turchi, in territorio di Realmonte, una parete rocciosa di marna bianchissima che scende a gradoni verso il mare, da cui il nome, dove in passato i pirati turchi trovavano riparo dopo le loro incursioni.

E poi l’isola di Lampedusa, la maggiore delle Pelagie, più vicina alla Tunisia che alla Sicilia, famosa ormai non solo per l’unicità dei suoi ambienti naturali e la bellezza del suo alternarsi di calette e piccole spiagge a promontori rocciosi, uno dei pochi posti del Mediterraneo a consentire la deposizione delle uova alle tartarughe marine.

Ma oggi l’isola è conosciutissima anche per la generosità dei suoi abitanti nell’accogliere le migliaia di profughi che trovano sulle sue coste la porta ideale per entrare in Europa.

Per chi invece ama associare il relax della vacanza alle cure termali, combinando piacere, cultura, mare e benessere niente di meglio delle acque sulfuree delle Terme di Sciacca, conosciute ed apprezzate fin dal tempo dei Romani.

I percorsi letterari

Il territorio, ma soprattutto le donne e gli uomini dell’agrigentino sembra siano stati e continuano ad essere infinita fonte di ispirazione per scrittori di fama mondiale.

In questo senso, anzi, per essere una provincia relativamente periferica, Agrigento ha dato i natali ad un numero decisamente eccezionale di grandi scrittori: Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia e, da ultimo, Andrea Camilleri.

Molte delle loro pagine hanno come location tanti luoghi che ancora sono visibili, anche se nascosti dietro nomi di fantasia: Porto Empedocle, le miniere dell’agrigentino, Racalmuto. scrittori agrigento

Niente di meglio allora, per approfondirne la conoscenza, che rileggere quelle pagine ripercorrendo i paesi, le strade, i luoghi di lavoro, i palazzi e le chiese che sono stati resi famosi dalle storie che si snodano all’interno delle loro opere.

Senza dimenticare di aggiungere la Palma di Montechiaro, nei cui palazzi più importanti Tomasi di Lampedusa ha fatto svolgere buona parte delle vicende narrate nel suo Gattopardo

Le eccellenze in artigianato

Due le mete interessanti per uno shopping fuori dall’ordinario. Una passeggiata lungo le vie del centro di Sciacca, capitale dell’artigianato artistico, metterà in mostra, più di qualsiasi discorso, la fantasia e la maestria degli artigiani saccensi in due settori particolari.

E’ dalla metà dell’800 che al largo del mare di Sciacca, alle pendici di un vulcano sottomarino attivo, sono stati scoperti dei banchi di corallo che hanno dato vita ad una ancora fiorente lavorazione artigianale per la creazione di gioielli ed opere d’arte.

Il colore del corallo di Sciacca può variare dal rosa salmone intenso al giallo arancio ma quello per cui va famoso e particolarmente pregiato è il rosso intenso.

Un’altra tradizione artigianale altrettanto famosa e ancora più antica, assestatasi fin dal XV secolo, è la lavorazione della ceramica che ancora oggi pesca nell’antica tradizione delle forme, dei colori e dei decori ma che, anche grazie alla presenza di numerosi giovani ceramisti tende ad aprirsi anche alle esigenze del gusto contemporaneo.

Vasellame da tavola, pupi, ceramiche d’arredamento, mattonelle votive, piatti, vasi e boccioni, albarelli, lumi e lampadari, orologi pezzi per l’arredo urbano, statuette, pannelli, infinite sono le forme che può prendere la ceramica lavorata dai maestri maiolicari saccensi, decorate con i tradizionali colori blu, verde ramina, giallo paglia, arancione e turchese. Una visita in uno dei numerosi laboratori, dove spesso è anche possibile vedere i maestri artigiani all’opera, non potrà concludersi senza l’acquisto di un oggetto, magari da regalare.

ceramiche agrigento

Spostandosi verso l’interno una tappa d’obbligo di questo percorso riguarda Burgio, una vera e propria cittadella dell’artigianato artistico.

Stesso livello qualitativo di Sciacca anche se di minore entità quantitativa presenta la trazione della ceramica, in passato dedita soprattutto alla produzione di vasellame per la casa e pannelli di soggetto religioso.

In questo caso si osserva maggiormente l’influsso della ceramica di Caltagirone, soprattutto per quanto riguarda i colori e i motivi delle decorazioni. La storia della ceramica a Burgio ha inizio infatti alla fine del XVI secolo con l’arrivo di alcune famiglie di ceramisti provenienti da Caltagirone, attratti dalla presenza di argilla di buona qualità, di acqua e di boschi da cui trarre la legna per le fornaci.

La recente istituzione del Museo della ceramica di Burgio consente di farsi un’idea più sistematica della storia di questa tradizione artigianale.

Sempre a Burgio resiste ancora un’ultima fonderia di campane, unica in Sicilia ormai, che lavora il bronzo secondo una procedura antica e segreta. Nei giorni in cui si effettua la colata è possibile assistere alla fusione del bronzo ed alla realizzazione finale delle campane.

Ad essa può essere affiancata l’attività delle botteghe per la realizzazione di vetrate artistiche e per la lavorazione artistica del ferro battuto.

Leave a Reply

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.