A pochi passi dal Duomo di Catania, si trova il Monastero dei Benedettini, un luogo che narra attraverso le sue diverse stratificazioni la storia della città etnea e delle calamità naturali che l’hanno colpita. Il plesso monastico, viene fondato nel 1558. L’impianto originario, di cui si conserva oggi integro il piano interrato che conserva alcuni impianti e mosaici di epoca romana perfettamente visibili grazie ad un sistema di strutture sospese e il chiostro di ponente (definito dei Marmi, per via del colonnato e della fontana quadrilobata in marmo bianco di Carrara) viene sconvolto dalla colata lavica del 1669 prima e dal terremoto del 1693 dopo. A seguito di questa catastrofe che colpì la Sicilia orientale il complesso viene ampliato, divenendo così il secondo monastero benedettino per grandezza in Europa. Attualmente il Monastero dei Benedettini si presenta caratterizzato da due chiostri, il più antico a Ponente e il più moderno a Levante, contraddistinto dal giardino interno e dal Caffeaos in stile eclettico. Dal secondo piano attraversando i lunghi corridoi labirintici, si giunge al giardino pensile del noviziato costruito sul banco lavico del 1669. Proseguendo per il corridoio dell’ orologio, gli armonici corpi del Vaccarini raccontano la vita diurna e collettiva dell’ordine cassinese: una grande sala circolare, il neoclassico Antirefettorio, introduce il visitatore al Refettorio Grande, oggi aula magna della già Facoltà di Lettere e Filosofia. La sala ellittica è pavimentata con vivaci ceramiche, i monaci benedettini avevano scelto le fabbriche di Vietri.
Le Cucine del cenobio, annesse alla sontuosa sala da pranzo, presentano un’edicola centrale finemente decorata con ceramiche vivacissime che aveva funzione di piano cottura. Al piano sottostante, Vaccarini realizza la nuova cantina direttamente sul banco lavico del 1669. Il fascino di questo ambiente è dovuto alla massiccia presenza della pietra lavica, che si insinua con le sue sculture spontanee tra archi, pilastri, attorno all’altissimo pozzo. Il prospetto incompiuto dell’ annessa Chiesa di San Nicolò l’Arena si staglia a contrasto del carnevale di putti, mostruosi mascheroni, cariatidi dalle curve generose delle facciate principali del Monastero.
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